OASI SAN FELICE, L’ASSESSORE MANCIN CONOSCE IL PROGETTO ESECUTIVO, LO CONDIVIDERA' CON I CITTADINI?
Chioggia, 17 marzo 2025
Chioggia, 17 marzo 2025
Continuano a esporsi Erminio Bibi e il Comitato di San Felice sulla questione Oasi.
Oggi è apparso sulla pagina Facebook del comitato una foto aerea storica, del 1955, in cui si riesce a visualizzare la linea dei tamerici che hanno contribuito a creare un cordone dunoso che ha protetto l’area retrostante permettendo lo sviluppo di una zona di pregio naturalistico, per la vegetazione che si è conservata. Realizzare la strada che porta alla diga ha fatto si che in più riprese il cordone dunoso venisse tagliato, lasciando svilupparsi però l’area protetta dal verde, con alberi e arbusti tipici, hanno continuato a crescere anche i tamerici originari.
Ora, si chiede Bibi, la motivazione per cui la duna sia stata spogliata quasi del tutto e cosa si voglia piantumare al loro posto. Bibi chiede che, con urgenza, venga fatto conoscere il progetto riguardante l’oasi, crediamo anche noi di Chioggia Azzurra che un intervento di tale portata debba godere della massima trasparenza.
La conoscenza del progetto farebbe fugare supposizioni sbagliate e sospetti infondati.
Sappiamo ora che l’assessore Mancin durante lo scorso Consiglio Comunale del 10 marzo ha affermato che da una decina di giorni conosceva il progetto, essendogli giunti gli elaborati del progetto esecutivo direttamente dal Provveditorato delle Opere Pubbliche. L’assessore Mancin non ha ancora ritenuto opportuno diffondere alla cittadinanza le notizie ricevute nonostante il trambusto che si sta creando attorno alla riqualifica dell’area. Della cosa, purtroppo, non ci stupiamo più. La condivisione non è il punto di forza di questa amministrazione.
L'area aveva certamente necessità di una riqualifica ed era stato reso noto che molti alberi erano morti o ammalati, molti è un concetto molto aleatorio e soggettivo, leggerlo sulla carta non fa lo stesso effetto del vedere il disboscamento in atto che, certamente avrà un suo perché, ma al di là di vorrebbe fosse accettato come fatto ineluttabile, chiede risposte a domande che la città, giustamente, si pone
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